Il Concorso Pianistico Internazionale “Ferruccio Busoni” torna in scena a Bolzano per la 63ma edizione. Apre con l'esibizione di una enfat prodige russa.
Hanno girato tutto il mondo, i selezionatori del Concorso Pianistico Internazionale “Ferruccio Busoni”, al fine di individuare i partecipanti dell'edizione 2021, la 63ma della serie.
Le lunghe fasi di selezione che in passato venivano condotte a Bolzano, sono state infatti dislocate nel corso del 2020 in ben 22 diverse sedi di varie parti del mondo, attraverso l’esperienza innovativa del Glocal Piano Project - un programma pensato per l'era Covid - che ha permesso di arrivare ad individuare i 33 finalisti che parteciperanno alle fasi finali che si terranno nella città sudtirolese.
Un concorso tra i più prestigiosi del mondo
Inseritosi ben presto fra le maggiori competizione pianistiche di livello internazionale, il Concorso Busoni venne fondato nel 1949 da Cesare Nordio, direttore allora del Conservatorio di Bolzano, per commemorare il 25° anniversario della scomparsa di Ferruccio Busoni.
L'intento di fondo era quello di creare negli anni del Dopoguerra a Bolzano – terra di forti contrasti fra popolazioni di etnie diverse – una sorta di ponte musicale tra la cultura italiana e quella tedesca, richiamando il ruolo e l’influenza di un artista quale fu Busoni, pianista e compositore italiano di nascita ma germanico di adozione.
Nordio seppe coinvolgere nell’iniziativa i più grandi nomi del concertismo internazionale: nel Comitato d’Onore figurarono infatti celebrità pianistiche quali Claudio Arrau, Wilhelm Backhaus, Arturo Benedetti Michelangeli – che offrì la somma per il secondo premio - Robert Casadesus, Alfred Cortot, Edwin Fischer, Walther Gieseking, Josè Iturbi, Dinu Lipatti, Arthur Rubinstein, Rudolf Serkin, Nikolai Orloff. Oltre che Egon Petri, Gino Tagliapietra e Carlo Zecchi, che erano stati fra gli allievi di Busoni.
Cadenza annuale, poi biennale
Dapprima con cadenza annuale ed in seguito biennale, il Concorso di Busoni ha laureato molti pianisti divenuti poi celebri: nella prima edizione Alfred Brendel riportò un onorevole quarto posto; nel 1956 vinse il primo premio Jörg Demus; nel 1957 la sedicenne Martha Argerich, e via di questo passo.
Giunti all'edizione 2021, i 33 finalisti emersi nelle preselezioni saranno protagonisti delle ardue fasi finali della gara, per la prima volta ospitate nella cornice del nuovo Auditorium di Bolzano. Partiranno cioè dalle semifinali solistiche, per poi passare alla fase successiva che li vedrà impegnati in esecuzioni cameristiche, nelle quali saranno accompagnati dal Quartetto Schumann.
Alla finalissima del 3 settembre arriveranno i tre pianisti che si esibiranno sul palco insieme all’Orchestra Haydn, guidati dal direttore Arvo Volmer. Sarà poi la giuria internazionale ad distribuire primo, secondo e terzo posto. Sempre che, come talvolta accaduto in passato, non vengano assegnati parte dei premi, non ritenendo qualche candidato all'altezza dello standard richiesto.
Un talento russo precocissimo
Quest'anno, peraltro, la 63a edizione del Busoni si aprirà il 24 agosto anche con un concerto di gala di un enfant prodige già affermatosi a livello mondiale, vale a dire la giovane pianista russa Alexandra Dovgan, che pur avendo solo 14 anni ha già vinto vari concorsi nazionali e internazionali, tra cui il Concorso “ Vladimir Krainev, il Concorso “Astana Piano Passion” e il Concorso Internazionale Televisivo “Nutcracker”; nel maggio del 2018, non ancora undicenne, vinse il Grand Prix del II° Concorso Internazionale "Grand Piano Competition" a Mosca.
La diretta televisiva e radiofonica della finalissima dal Teatro Comunale di Bolzano, oltre al live streaming di tutte le prove dal sito istituzionale del concorso, con la possibilità di voto del folto pubblico internazionale del web, faranno di questa edizione la più partecipa sia per numero dei candidati ammessi, sia per possibilità di interazione con gli appassionati del pianoforte.